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Child-Led Learning

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venerdì 1 aprile 2011

Excursus sulle lingue

Eccoci in veste francese.
E' già il secondo giorno, abbiamo cambiato abito.. è proprio così.. è come se avessimo frugato nelle scatoline del cervello per trovare il vestito migliore, il più idoneo.. un impulso camaleontico.

Ieri, in viaggio (parto sempre nel primo pomeriggio in modo da coniugare il riposino del piccolo koala con le due ore di percorso) stavo riflettendo su un fenomeno particolare che si manifesta automaticamente ogni volta che si varca il confine..
Il tragitto tocca l'Italia e la  Francia in alternanza : si parte ovviamente dall'Italia per poi superare il confine e scendere dalle cime francesi sino alla costa nuovamente italiana per, infine, passare nuovamente attraverso la frontiera francese.

Il fenomeno di cui sopra si manifesta inconsciamente ogni qual volta vedo il cartello doganale (o quando il navigatore resuscita appositamente per la segnalazione) e consiste in una sorta di switch da una lingua all'altra la qual cosa rende più naturale l'esprimersi e ragionare mentalmente nella lingua del posto in cui ci si trova (mi riferisco ovviamente ad un  livello esplicito, non sono celebralmente bilingue)

L'ultima parte è grammaticalmente tra parentesi eppure è forse il punto più importante : sono venuta a contatto con le lingue più da grandicella, non di certo in un'età precoce.
Ricordo che i primi rudimenti di inglese li ho ottenuti in età da materna a casa di un mio amico, grazie alla sua lungimirante mamma che aveva già compreso allora la portata di questa risorsa.
Si trattava di semplici videocassette interattive.. era bello "fare a gara" per rispondere prima, si rideva tanto... tuttavia questo è stato l'unico approccio con l'inglese prima del cupo apprendimento scolastico iniziato dalla 5a elementare e proseguito per tutto il resto del percorso scolastico.
Per quanto riguarda il francese, non saprei dare notizie così precise. Ragionando per gradi posso dire di essere debitrice nei confronti di mio padre anche se lui credo non se ne renda conto.

Il mio papà, da giovincello, aveva la tipica Erre francese cosa che lui detesteva; i compagni spesso lo prendevano in giro.. non sapendo come fare, per riscattarsi ha deciso di studiare quell'idioma che lo avrebbe di certo arricchito ma soprattutto reso più affascinante agli occhi di tutti (ragazze in primis).

Obiettivamente parlando, non l'ha studiata adeguatamente.. erano altri tempi, non c'erano tutti i mezzi di cui oggi possiamo usufruire.. si aiutava con la radio e qualche libro di testo.

Con il tempo ha imparato a controllare questa amata-detestata pronuncia della Erre (peccato, io l'adoro), ciononostante in momenti festosi, gli capitava di usare qualche espressione francese il che mi incuriosiva e divertiva

All'età di 7 anni abbiamo poi acquistato oltralpe una casa per le vacanze, da quel momento in poi ho potuto usufruire di libri e materiali (ricordo e conservo ancora il primo libro acquistato letto, riletto, straletto "Ourson et ses petits amis", ora in dotazione del piccolo koala).

Con il tempo, purtroppo, l'interesse è andato scemando; senza fare di tutta l'erba un fascio, nel mio personale caso, la più grande mazzata è stata inferta dalla scuola : alle medie ho incontrato professoresse non preparate che occupavano le loro ore raccondandoci vicende personal,  ma pretendendo una dose di sapere "elevata"  (ossia quella idonea e naturale) e umiliandoci per le nostre inevitabili falle.

Il francese non era più contemplato nel liceo.
L'insegnamento dell'inglese è stato grammaticalmente ben strutturato ma umanamente/emotivamente deleterio (ho ancora gli incubi ora su quelle interrogazioni.. idem per storia dell'arte)

il risultato è stato quello di indurmi a detestare l'inglese e a strizzare formalmente l'occhio al francese (per la serie "non voglio studiare l'inglese a me piace solo il francese").

Come già detto, all'università, alla prima occasione, ho fatto i bagagli e sono partita per studiare in Francia seguendo un progetto pilota di doppia laurea triennale italo-francese.

Questo è in sostanza il mio "curriculum" linguistico.. pieno di falle e semi-privo di struttura.

La libertà assaporata con la crescita (e soprattutto la maternità) hanno sanato ferite e hanno ripristinato un genuino entusiasmo.. il che ovviamente mi induce ad alcune riflessioni.

Il punto è : se questo mio miserabile percorso mi ha spinto ad amare così tanto le culture (a partire da quelle linguistiche) e a vincere la timidezza, quanto può offrire un percorso meglio strutturato (mi riferisco alla serenità e all'opportunità di reperire materiali) sin dalla nascita o comunque da un'età più o meno precoce?

Leggo con costanza i post di Letizia, non so se si renda conto di quanto sta donando! A me dà una carica e quel calore tipico del foyer

Al discorso aggiungo poi che si parla spesso di razzismo, divisione, odio, faide anche culturali...

si parla, si, ma alcune volte non si tiene conto del fatto che la cura e il rispetto per l'altro sono legati al valore che si riconosce ai soggetti/oggetti su cui li si riversa

si cura la casa perchè nido
si cura un rapporto di amicizia perchè c'è rispetto e affetto

e via dicendo

"essere cittadini del mondo" non deve porsi come espressione nozionistica da usare in contesti per suscitare pathos, deve essere un dato di fatto

perchè non iniziare dalle lingue? la comunicazione è il primo passo per entrare in contatto, per sentirsi parte(cipi)

Oggi eravamo sulla spiaggia, BGM stava giocando con vari arnesi, un bambino francese gli si è avvicinato, hanno iniziato a giocare insieme.

La mamma mi sorride e cerca di chiacchierare.. sulle prime mi stavo lasciando sopraffare dalla timidezza e dalla insicurezza, lì a fianco c'erano altre famiglie italiane.. non nego l'impulso di girarmi per parlare nella mia lingua madre.. l'ho frenato e.. ho sorriso, abbiamo iniziato a chiacchierare.. si è innestato un divertente e costruttivo scambio di opinioni e informazioni (oltre che delucidazioni.. da parte mia su termini tecnici francesi - a malapena li so in italiano..non ci si rende conto della varietà dei veicoli agricoli e da lavoro fino a quando non si ha un bimbetto innamorato dei medesimi - da parte sua su questioni affini).

Alla fine della mattinata, salutata la preziosa compagnia, è stato un progredire di spontaneità.. BGM ha iniziato ad usare dei termini in francese per rispondere (incroyable!)

Ora non so fino a che punto spingermi in questo discorso.. o meglio, ho detto tutto, il resto è semplicemente e meravigliosamente vita!

Il piccolo koala si è or ora svegliato, si parte!


[Questi sono gli acquisti audio della scorsa volta


Oggi il piccolo koala vuole ascoltare solo questa


]

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